lunedì 29 aprile 2013

GENITORI AL NIDO, LA MIA ESPERIENZA.....



E’ una mattina diversa oggi, sulla sedia di camera mia, mi attendono jeans, maglioncino e poi scarpe da ginnastica, un insolito abbigliamento casual per essere un giorno feriale, ma oggi è arrivato il mio turno per il progetto “Genitori al nido” e non vedo l’ora di godermi la giornata con Stefano.
Prepararlo all’evento è stato abbastanza facile, anche se ancora non riesce a capire come saranno le dinamiche di oggi, ma lascerò che sia per lui tutta una bella scoperta.
Si esce alla solita ora e si arriva alle nove, lo saluto con la promessa di tornare di lì a poco, giusto il tempo di un caffè al bar.
Arrivo alle 09.30, cambio le scarpe e mi metto le ciabatte, i bambini hanno appena terminato il momento della frutta, ogni classe è nel proprio spazio e nel salone centrale  si percepisce un silenzio inusuale.
Roberta mi accompagna nello spazio del gruppo di Stefano, busso e appena entro sento Laura che dice “Stefano Lombardi” e tutti i bambini in coro “c’èèèèèèè”, sono entrata proprio mentre si sta svolgendo il “chi c’è/ chi non c’è”, ogni bimbo è coinvolto nell’appello, i presenti mettono la loro fotografia nella cassettina del nido e a turno ripongono la fotografia dei compagni assenti nella cassettina di casa.
Stefano è emozionato appena mi vede entrare, Laura e Oriana (le educatrici) spiegano ai bambini che oggi una mamma starà con loro per tutta la mattina e i più vispi si avvicinano per farmi mille domande.
Giocare con loro è davvero semplice, basta inventarsi qualcosa diverso dal solito che si entusiasmano in modo contagioso e mi stupisco di tutta questa inventiva che riesco a mettere in campo questa mattina.
Stefano non è eccessivamente geloso, ci tiene a farmi visitare ogni spazio dell’asilo, mi chiede di aiutarlo in alcuni giochi ma accetta anche discretamente che io mi allontani per giocare con alcuni suoi amici, a volte sento il suo sguardo fiero su di me, spesso mi abbraccia e mi bacia, dimostrando di essere contento che io sia lì.
I momenti ludici volano velocemente, mi accorgo di aver passato quasi mezz’ora tra gioco nello spazio motorio, simulando il verso degli animali, gioco con le figurine in una simpatica “catena di montaggio”, gioco simbolico nella cucina attrezzata e improvvisamente suona una campanella.
Ogni gruppo ritorna nel proprio spazio, a turno i bambini vengono portati in bagno per la propria igiene e nel frattempo gli altri si dedicano a canzoncine, è arrivato il nostro momento.
Le educatrici mi hanno chiesto di portare qualcosa per intrattenere i bambini e insieme a Stefano ho optato per una canzoncina che facciamo sempre a casa.
Sono giorni che ripassiamo i movimenti e le parole, accendo le casse e diamo il via alle danze, io e Stefano di fianco guidiamo i movimenti di tutti i bambini che ci seguono incuriositi e divertiti.
Al termine del gioco il mio piccolo mi cerca e mi abbraccia contento del suo promo show pubblico!
"E’ pronta la pappa": urla qualche bimbo, l’altra sala è stata già attrezzata e anch’io mi fermo a mangiare con loro.
I bambini si accomodano al loro posto, quasi tutti composti iniziano a mangiare e bere in completa autonomia, Stefano di fianco a me, inizia a dare segni di stanchezza e cerca più volte la mia attenzione.
Il pranzo è piacevole e si rivela un bellissimo momento sociale con i bambini e con le educatrici, al termine del quale mi invitano a leggere dei libretti sul divano di fianco ai tavoli.
Stefano non vuole più condividermi, l’educatrice mi dice che è stato anche fin troppo paziente e che per lui la giornata di oggi è stata davvero impegnativa, quindi cerco di prenderlo  in braccio e coccolarlo per dimostrargli quanto sono orgogliosa di lui.
E’ arrivato il momento di salutare tutti, Stefano vorrebbe restare, ma riesco a convincerlo che possiamo andare a casa insieme e che nel pomeriggio potrò stare ancora con lui.
In macchina è stanchissimo e si addormenta quasi subito, ma prima dell’ultimo sbadiglio mi dice: “Domani mamma torni ancora a giocare con noi”?, lo lascio addormentare con il dubbio, il mio prossimo impegno sarà quello di convincerlo che da domani i ritmi saranno sempre gli stessi e non so se ne sarò capace, perché dispiace anche a me.
Il nido è un mondo magico, per qualche ora mi sono lasciata trasportare dall’energia dei bambini e dell’ambiente, dimenticando le preoccupazioni lavorative e famigliari. Mi sono sentita completamente a mio agio e improvvisamente mi ritorna in mente una bambina timidissima che non è riuscita nemmeno a frequentare la scuola materna.
Quella bambina paffuta e un po’ impacciata che nel tempo ha acquisito sicurezza e adesso riesce a lasciarsi andare, ha tanti rimorsi perché è stata davvero molto coccolata, ma forse si è persa la possibilità di vivere delle esperienze sociali e di gruppo con altri bambini che l’avrebbero aiutata a formarsi meglio e prima.
Quella bimba sono io, diversa caratterialmente da come sono oggi, ma soddisfatta del percorso vissuto e soprattutto determinata a far vivere al proprio figlio ciò che è mancato a me, perché vivendolo di persona, si capisce che non c’è niente di più familiare e formativo dell’essere accolti in un contesto come il nido e al “Soldini” questo avviene con professionalità e amore da parte di tutti i collaboratori.
Grazie per l’esperienza

Francesca

4 commenti:

  1. Una testimonianza bellissima!
    Pamela

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  2. Grazie Pamela!!!! Aspetto quelle delle altre mamme e papà, anche in anonimo!

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  3. Mi sono quasi emozionata!!!! Non vedo l'ora di vivere la stessa esperienza!
    Raffaella

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  4. Grazie Raffa, conto di vedere scritta qui la tua testimonianza l'anno prossimo!!!!

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